Avventure nel Ducato (Rinascimento 2e): Sessioni #1 e #2

In queste settimane sto giocando dal vivo una piccola campagna a Rinascimento 2e, gioco di ruolo OSR di Arcipelago Celeste. Rinascimento non ha un'ambientazione esplicita, ma le atmosfere e gli elementi del gioco rimandano ad un'Italia fantasy rinascimentale (nel mio caso mescolo impunemente Medioevo e Rinascimento). Di seguito un resoconto delle prime due sessioni, forse la roba più divertente che abbia mai giocato.

L'Ambientazione

La campagna è ambientata in un Piemonte di finzione con molti rimandi storici, dove sorge il Ducato di Torrino. La mappe e i suoi luoghi di interesse sono nati poco a poco, nel mezzo della mia partecipazione alla jam Maiali & Morte. Sono finalmente riuscito a portare tutto al tavolo!

Di seguito la mappa del ducato, che potete scaricare qui.


La Compagnia

  • Abbacchio Abbaglio, Venturiero. Ha condotto un esercito alla morte ed è accompagnato da un Gobelino (tipo un goblin) che sopravvive sempre per miracolo.
  • Duilia Scassauova, Strega che di giorno è una capra nera e puzzolente. Ha una civetta per famiglio. Ex allevatrice di struzzi, ha abbandonato la professione per il mal di schiena.
  • Svetlana La Regina, Strega delle terre slave. Il suo famiglio è un topo di nome Michele e deve dormire impiccata ad un albero per potersi riposare.
  • Lagna, Disgraziato che ha venduto l'anima al Diavolo. Ha un cane di nome Goffredo, gran bestemmiatore dai pessimi modi.
  • Helmeppo Raspabovi, Rampollo di Portacolle. Ha un vizietto per il Vampirismo e un sacco di soldi. Il suo destriero, un esotico struzzo, è stato acquistato tempo fa dall'allevamento di Duilia.

Sessione #1 Di come farsi maledire dal Diavolo e gabbare un cavaliere

L'avventura inizia con la compagnia in fuga dal Conte di Battaglia (per un reato imprecisato, come al solito). I giocatori devono scegliere come lasciare le terre del Conte e raggiungere le terre di Torrino: attraversando il Ponte del Diavolo, nuotando oltre lo Stura o dirigendosi a Sud per raggiungere il Guado del Boia. Decidono di attraversare il ponte famigerato, incontrando il diavolo che lo infesta. I tentativi di Svetlana di convincerlo a farli passare sfociano velocemente in un combattimento, durante il quale il diavolo prende a mazzate i personaggi e si trasforma in un caprone per caricarli. Per fortuna Abbacchio non perde terreno e riesce a riportare il diavolo a più miti consigli. Alla fine viene permesso loro di attraversare, ma solo se Svetlana acconsente a portare con sè una maledizione del diavolo. La strega acconsente, e dopo aver attraversato il ponte vomita il diavoletto Disgrazia, il cui compito è di tormentarla per sempre. 

Il Ponte del Diavolo

Sulla strada per la locanda del Gran Trùc, i personaggi incontrano un allevatore di polli disposto a dare loro un passaggio (sono a piedi). Appena sistematisi sul carro chiudono Disgrazia in una gabbia per polli e lo lanciano giù dal carro per liberarsene. Sembra funzionare. Nel frattempo Duilia usa le sue conoscenze sull'allevamento di struzzi per stupire e far invaghire di sè il contadino. Arrivati al Gran Trùc passerà con lui la notte trasformandolo in una scimmietta al suo servizio (almeno fino all'alba successiva).
Disgrazia è tipo Lucy di Disincanto

Alla locanda fanno la conoscenza del Cavalier Giancristo di Rocca Malaria, impegnato in una grande cerca: stanare e uccidere un leggendario cervo bianco. Riescono a proporsi come aiutanti dietro ricompensa di 50 fiorini, e con l'aiuto di Goffredo (che spaventa destrieri e scudieri) Lagna taglia le cinghie della sella di Giancristo per guadagnare tempo (vogliono riposarsi dopo le mazzate prese sul ponte e Giancristo non era intenzionato ad aspettarli). Mentre pernottano in locanda Abbacchio incontra una pallida suora di nome Agnese, che promette loro un ciondolo dall'aria molto preziosa per impedire a Giancristo di uccidere il cervo con ogni mezzo necessario. Abbaglio scopre anche che Agnese è una suora di Santa Giugulare (santa generata a caso dalla tabella del manuale...una coincidenza assai divertente come scoprirete tra poco). La compagnia decide quindi di fare il doppio gioco per intascare i 50 fiorini e il ciondolo. Agnese dice che seguirà da lontano la compagnia, e Abbacchio dice al Gobelino (BoDiCu) di scortare la suora. Nella notte Svetlana assalta con successo il voto di castità di Giancristo, che passa la notte con lei uscendone distrutto psicologicamente (e dicendo, tra le lacrime "no, non un'altra volta..."). La strega userà questo scabroso evento come leva per guidarlo. 

Il giorno seguente la compagnia parte insieme al cavaliere alla ricerca del cervo bianco. Lo trovano infine nei boschi a Sud di Portacolle, nella rete di alcuni cacciatori. Dopo averli messi in fuga parte una colluttazione tra i personaggi e Giancristo, che termina con l'assassinio del cavaliere. In quel momento, a notte fonda, Suor Agnese emerge nella radura del combattimento e rivela la sua vera natura...è una vampira! Consegna il ciondolo alla compagnia (insieme ad una fiala di sangue misteriosa) e si appresta a dissanguare il cervo. Abbacchio prova a fermarla ma non ha l'equipaggiamento necessario per attentare alla vita non-vita di un vampiro. Scoprono inoltre che nel frattempo BoDiCu è stato baciato da Agnese, diventano un Gobelino vampiro.

In conclusione razziano il cadavere di Giancristo trovando l'anello della casata di Malaria, e decidono di rubare l'identità del cavaliere per far fortuna. Si incamminano quindi a Nord, verso Torrino.



Sessione #2 Di dessert demoniaci e inquisitori vampiro

La compagnia giunge a Portacolle, un paese vicino a Torrino. Da lontano non possono non scorgere i vessilli dell'Inquisizione della Quinta Chiave (uno dei 7 rami dell'Inquisizione, che prendono il nome dalle 7 chiavi di San Portone, portinaio del Paradiso), un angelo bianco armato d'ascia su sfondo rosso affiancato dalle cinque chiavi dell'Ordine. Dopo aver pagato l'entrata (5 fiorini per ogni testa attraversante, capra nera e cane compresi), si dirigono verso la piazza e la dimora di un Rampollo loro conoscente, Helmeppo. Durante il tragitto Abbacchio urla di essere il Cavalier Giancristo di Rocca Malaria, per far girare la voce. Scoprono quindi che l'Inquisizione ha stanato nella locanda del paese un famoso eresiarca, tale Cavalcante, reo di aver sostenuto che tutti i diavoli sono preti peccatori. La pira per l'eretico è ancora calda e il fatto che una capra nera accompagni i personaggi non aiuta a non dare nell'occhio. Per non essere arrestati promettono che le taglieranno la testa come monito per tutti i caproni neri. Il boia dell'Inquisizione, Aldo, approva.

Nessuno si aspetta l'Inquisizione della Quinta Chiave!


Mentre sono in casa di Helmeppo arriva ospite l'Inquisitore Ricciardo dei Cento Castelli, incuriosito dalla compagnia (prima di farlo entrare Helmeppo manda tutti al piano di sopra). Si scopre che Ricciardo conosce la casata di Malaria (ouch) e vorrebbe avere tutti a cena presso la piccola abbazia locale di Santa Carie protettrice del latte (doppio ouch). I personaggi, seppur terrorizzati, decidono di tentare la sorte...si è anche scoperto che Abbacchio è molto simile a Giancristo (una probabilità di 1-su-6)! Nel pomeriggio Helmeppo li istruisce sulle buone maniere e Lagna fa un giro per raccogliere notizie, scoprendo che l'Inquisitore Ricciardo ama come fossero suoi figli due terribili mastini che si dice siano in grado di fiutare l'eresia (triplo ouch). Sempre Lagna cerca di convincere il suo cane bestemmiatore Goffredo a rimanere nella casa di Helmeppo la sera, ma il cane vuole a tutti i costi accompagnarli e promette (in maniera assai poco convincente) di non bestemmiare davanti all'Inquisizione.  Quindi la compagnia si dirige verso l'abazia, non prima di aver munto Duilia-capra per portare il latte in dono all'abate (scoprono anche che mungere una capra maledetta fa comparire dei marchi diabolici, come apprende uno dei servitori di Helmeppo, tale Chef).

Abbacchio e Svetlana si fanno passare per Giancristo e la sua promessa sposa, e insieme ad Helmeppo siedono al tavolo d'onore con l'Abate, l'Inquisitore e il Boia...e sotto al tavolo i due mastini Rafel e Uriel sono intenti a spolpare un cosciotto (Goffreddo li punta subito appena entrati). Lagna e Duilia si uniscono ai servi e ai soldati. Durante la cena Ricciardo cerca di far cadere in fallo il falso Giancristo ma, grazie alla nutrita libreria del padre di Helmeppo, Abbacchio non si fa ingannare. Anzi, mentre distrae l'Inquisitore (lo fa chinare sotto il tavolo domandandogli informazione sugli "splendidi" cani), versa nella sua coppa non visto la fiala di sangue che la vampira Agnese ha donato loro. Danno anche in dono all'abate il latte di Duilia, graditissimo regalo che verrà usato per il dolce di riso a fine pasto. Durante la cena Svetlana nota che il diavoletto Disgrazia è tornato, pronto a vendicarsi per l'abbandono nel momento peggiore possibile. Per impedirglielo Lagna chiede a Goffredo di "ucciderlo" (hanno già scoperto che Disgrazia non può morire) e portarlo via ed è costretto a fare una promessa al cane, che in cambio vuole essere servito e riverito per una settimana. Fortunatamente Goffredo riesce a portar via Disgrazia, ma dietro le quinte scoppierà una grande amicizia di comodo tra il cane e il diavoletto. Nel frattempo varie occhiate lusinghiere vengono lanciate verso Duilia...si tratta del Boia!


Che cena! Ricciardo beve il vino con il sangue misterioso e tutti gli invitati si abbuffano di dolce al latte di strega maledetta dal Diavolo. Cosa può andare storto? Durante la notte Duilia si apparta con Aldo (il boia) che si innamora di lei, l'Inq. Ricciardo si trasforma in vampiro e compie un massacro nell'abazia (trasformando i suoi due mastini in progenie di Cerbero) e i superstiti della cena si trovano marchi diabolici sui palmi delle mani a causa del latte. La compagnia decide che forse è meglio andarsene. Ora Portacolle è un villaggio sotto il controllo di un vampiro ex-inquisitore...abbiamo una piccola Barovia nella nostra ambientazione! Son soddisfazioni. 

Durante il breve viaggio che la separa da Torrino la compagnia incontra un gruppo di appestati che chiedono l'elemosina. I personaggi li indirizzano verso Portacolle e il "generoso" inquisitore, ma nel far ciò Abbacchio si presenta come Giancristo. Temendo che gli appestati possano mettere il vampiro Ricciardo sulle loro tracce, Helmeppo decide che forse è meglio farli fuori. Li passa a fil di spada, prendendosi la Peste Nera (tiro Salvezza fallito). Sarà un piacere vederla diffondersi per il Ducato!

E con questo si conclude il resoconto, non vedo l'ora di poter continuare questa folle avventura.

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